IL LATO NASCOSTO DELLA MONTAGNA...

Il motivo per cui ho deciso di creare questo piccolo spazio è per cercare di dar voce a quello che un po' percepisco come il "lato nascosto della montagna". Quanti di noi si sono spesso ritrovati letteralmente storditi dal potere esercitato con sempre maggiore intensità dalle notizie gridate: chi è salito in cima a cosa, quanti sono finiti sotto l'ennesima valanga, pettegolezzi, classifiche su chi è l'alpinista più bello/bella... Esercizi di vanità e, spesso, semplice manipolazione. Quello che mi piacerebbe fare - e ancora francamente non so se ne sarò in grado - è piuttosto di dar voce ai silenzi, le immagini, le esperienze di chi come me in montagna cerca altro, rispetto a tutto questo. Per certi aspetti un blog di servizio. O piuttosto, se vorrete, un piccolo spaccato della mia realtà. Proprio per questo ho evidenziato alcuni siti/blog che a parere mio possono essere interessanti da seguire e anche qualche semplice spunto per aiutare chi, purtroppo, non è fortunato come noi.

martedì 17 maggio 2011

LA SETE ZINGARA

Quando si parla di ferie faccio fatica a non pensarle nomadi...senza uno straccio di programma, se non quello di chiamare all'ultimo gli amici e chiedere loro: "vi unite a me?"

Ce n'è pochi di sprovveduti disposti ad accompagnarmi e ancora meno quelli, una volta che il cammino si fa troppo lungo, pronti a rimanere finchè la sete zingara si spegne.

Anche quest'anno la prima settimana di maggio è stata il mio personalissimo "punto e accapo": punto, per salutare con delicatezza il passato, accapo, per dare slacio alla vita e, nell'assenza di progettualità, riscoprire la fiamma genuina che arde nascosta sotto i "dovrei, potrei, ma se" con cui spesso reprimiamo la vera natura del nostro essere, nei 365 giorni di ordinaria follia che ci separano da noi stessi, tesi come siamo nell'equilibrio stentato tra la propria volontà e quella altrui.

Mi sento un po' Forrest Gump quando il viaggio comincia. Un biglietto, il lento dondolare del treno, i chilometri che si sgranano come perle di un rosario, i paesaggi sopra, sotto, dentro e attorno a me. Come Forrest Gump comincio a correre e poi, di punto in bianco, smetto.
Non cerco nulla...ma molto, moltissimo arriva.

Prima tappa: Film Festival di Trento, per il convegno di Medicina di Montagna, giunto ormai al suo quarto appuntamento all'interno di questo prestigioso palcoscenico. Quest'anno il tema conduttore era la disabilità, fra sport e montagna. Un binomio interpretato nel suo duplice senso: da un lato la disabilità intesa come ostacolo alla pratica della montagna, dall'altro la montagna stessa come promotrice di salute, nella riabilitazione psico-fisica dell'individuo portatore di handicap e come traguardo di benessere, condivisione, superamento del limite.

Numerosi gli interventi di spicco, a partire dall'introduzione di Annibale Salsa, antropologo e past presidente del CAI, che ha regalato alla giornata uno sguardo etico alla disabilità in montagna. Una chiave interpretativa, pregna di profonda leggerezza, che ha fatto da falsa riga alla quale ricondurre i vari interventi a seguire.

Interessanti gli interventi di Cristina Smiderle, primario di riabilitazione di Bassano del Grappa, che ha analizzato le problematiche motorie dello sci legate alla disabilità e quello di Antonella Bergamo, che si è occupata delle malattie reumatiche come possibile ostacolo dell'attività in montagna.

Brillante e denso di spunti l'intervento di Sandro Carpineta, psichiatra ad Arco di Trento, che ha individuato nella Natura un sito d'elezione per la riabilitazione del disagio psichico (e quanti di noi, superbi "sani di mente", non ne soffriamo a vario livello nel silenzio della quotidianità?!).

Particolarmente coinvolgente la sessione pomeridiana durante la quale, in un continuo passaggio di palla, si alternavano gli interventi degli "operatori di trincea"; è così che amo definire chi ogni giorno si occupa di lavorare col paziente, nel dare e prendere di una relazione autentica, quella che non parla "medichese" ma che, con la sapienza delle proprie mani e della passione, rimodella a sua volta mani e gambe di chi magari non le ha più.

Le fisioterapiste Anna Moser e Francesca Simoni (Trento) ci hanno così parlato della riabilitazione motoria nelle attività sportive di montagna, mentre l'Ing.Rinaldo Sacchetti (Inail di Budrio) di attrezzature e ausili specifici.

Entusiasmanti infine le testimonianze personali di alcuni atleti disabili, con cui si è poi concluso il convegno.

Seconda tappa: lascio Trento per un vagabondare leggero di paesi e paesini. Approdo nella frenetica pianura lombarda.
Clima a parte, che mi regala da subito una buona dose di raffreddore (abituata al freddo tarvisiano le temperature "tropicali" di certe latitudini sono dure da gestire...), calarmi in questi posti è più dolce di quel che credessi: sperimento passo e roccia, giocando con la bellezza delle falesie lecchesi e le morbide passeggiate alla ricerca di un respiro antico, come la visita alla Chiesa di San Pietro al Monte, immersa nel verde della bella Civate.

Poi un piacevole quanto inaspettato colpo di fortuna mi porta ad assistere, direttamente dal paddock Yamaha, alle prove libere del Mondiale Superbike, a Monza. Un mondo sconosciuto. Emozioni mai provate. L'ebrezza della tecnica e della velocità nella curva Ascani, il rettilineo sparato a 324 km orari, la precisione chirurgica nel lavoro di meccanici, ingegneri, piloti, team interi di professionisti (spesso giovanissimi), tesi come archi nel raggiungimento di un unico obiettivo: essere i più veloci. Nell'aria si respira eccitazione e il circo dei motori ti cattura con la sua potenza.

Poi con un salto, nel giro di qualche ora mi sposto dal mondo della velocità a quello della lentezza.
Ed eccomi giunta alla mia ultima tappa: l'8va edizione del Melloblocco.

La prima volta per me. Erano anni che volevo visitare il posto magico della Val Masino, accucciarmi sotto un sasso e sbirciare di nascosto il mondo del boulder.
Devo essere sincera, non ho mai nutrito un grande interesse per questa disciplina: forse perchè prediligo la corda, l'altezza, i tempi lunghi. O forse semplicemente perchè non ne sono portata e finisco sempre con lo scannarmi come una bimba al parco giochi, con tante carteggiate e ahimè scarso risultato.

Ma cosa c'è di magico in questa manifestazione? Vinicio Stefanello, nel suo ispirato pezzo apparso su planetmountain a conclusione delle giornate, ha parlato di "respiro della Valle". Ed è proprio quello che ho percepito anch'io, che più mi ha colpita: nemmeno in Himalaya, in campi base più o meno affollati, ho avvertito tanta pace, convivialità, silenzio, rispetto.
Che magia, il popolo del boulder.
E che meraviglia, la danza di questi maghi dell'equilibrio.

Così, a spasso fra i massi della Val di Mello, sola a riflettere sulla settimana che lentamente va a concludersi, torno coi pensieri alle belle contraddizioni sperimentate in questo viaggio.
Ripenso alla montagna, il salto che delinea l'orizzonte di ognuno di noi: terreno di gioco e scperta per i presunti sani, limite e rinascita per i disabili, specchio di vanità per spiriti più o meno arditi. O anche tutto il contrario...
Ripenso alle moto lanciate a tutta velocità su rettilinei troppo brevi per lasciar sfogare il loro volo, al freddo cerebrale del paddock, al dispiegamento di mezzi e risorse del motociclismo, frutto di menti allenate e passioni ferventi. L'isolamento del pilota, avvolto nella sua tuta ignifuga, il suo cavalcare il vento, quasi che il terreno della pista fosse il filo sottile che lo tiene ancorato al mondo.
Penso alla valle dei sassi, al boulder, fatto di altre precisioni, altri isolamenti, con i suoi movimenti lenti, la quasi totale assenza di strumenti (se non un paio di scarpette, un crash-pad e il magnesio), il coraggio nel punto di "non ritorno", quando la soglia fra continuare e tornare indietro è decisa dalla follia di un salto, un volo spalle al vuoto, accolta da mani aperte, mani pronte. O quando, teso verso l'alto senza altra protezione, cerchi aderenza alla roccia, in un equilibrio che nella magia dell'attimo gioca a tuo favore, sfidando la gravità, nel tentativo di fonderti con i suoi elementi, respirando il suo alito antico. In silenzio.
In silenzio, un coro di mani si leva dal basso...per applaudire, per proteggere, per stringersi nella gioia di chi il blocco riesce a chiuderlo e chi, invece, ritenterà la prossima volta.

E come quelle mani, ripenso alle persone, vecchi e nuovi amici pronti ad accogliermi: Dadà, Manuela, Carlo, Walter, Nicoletta, Luisa, Già, Maria, Cristina, Sandro, Gege, Augusto, Vinicio, Erica, Sara, Matteo, Davide, Gianni. E a tutti coloro che, da casa, ormai mi lasciano "andare"... quando di me spesso non rimane altra traccia che il silenzio.

Grazie a tutti.


Per concludere, come le briciole di Pollicino, vi lascio qui alcune tracce delle belle scoperte fatte in questo viaggio:

- “Escursionismo e salute”, il nuovo manuale di medicina di montagna per escursionisti, curato dalla Società Italiana di Medicina di Montagna.

- "La legge della montagna" di Augusto Golin, Editore Corbaccio - Collana Exploits. Uno sguardo distaccato e puntuale sulle vicende più spinose dell'alpinismo moderno, raccontandoci imprese e processi, lasciando al lettore il giudizio sul lato meno eroico di quelli che ci sembrano uomini straordinari.

- http://www.sportabili.org/, per chiunque fosse interessato a conoscere una delle fiorenti associazioni senza scopo di lucro e con fini di utilità sociale (Onlus) che si adoperano per il pieno diritto di cittadinanza delle persone disabili, nel favorire l'abbattimento delle barriere fisiche e mentali e nel coinvolgerle come membri attivi della vita sociale, con particolare attenzione alle attività sportivo-ricreative.
SportABILI si propone come ponte per unire il mondo delle persone disabili con quello delle persone "abili", portando questi due gruppi a contatto l'uno con l'altro proprio dove il divario è maggiore: nel mondo dello sport e del turismo.

- http://www.amicidisanpietro.it/ per visitare questo splendido scorcio della Lombardia

- http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=38162 per le impressioni di Vinicio e i suggestivi portfolio realizzati da Claudio Piscina, Diego Neonati e Klaus Dell'Orto.

Ora tocca a voi! Buon divertimento,
Leila